SAVITRI

La storia di Savitri è narrata in quella che è forse la più grande opera letteraria della storia, il Mahabharata, e venne ripresa verso la metà del secolo scorso dal grande maestro indiano Sri Aurobindo.

La "Savitri" di Aurobindo è un poema di oltre ventitremila versi sciolti, miniera inesauribile di conoscenza mistica, filosofica e occulta.

Savitri ha trovato il suo compagno di vita in Satyavan, che vive in eremitaggio in una foresta. Un veggente le rivela che Satyavan è condannato a morire dopo un anno. Ma Savitri lo sposa ugualmente.
Quando la morte verrà a prendere il suo sposo lei affronterà Yama il Dio della morte. Attraverso una animata contesa, durante la quale Savitri matura una profonda evoluzione spirituale, la morte sarà annientata.

Un'epopea della vittoria sulla Morte, e insieme un racconto d'amore che tocca le fibre più profonde del cuore: la vicenda di Savitri (che rappresenta la Parola divina incarnata) e Satyavan (l'anima dell'uomo ancora nelle strette della morte e dell'ignoranza.
Tutti gli argomenti cui il dio della Morte ricorre per far desistere Savitri dalla sua volontà di salvare Satyavan - "Vana è la tua aspirazione di costruire il Cielo sulla Terra"; "Chi voglia volgersi a Dio deve lasciare il mondo"; "Chi voglia viver nello Spirito deve abbandonare la vita", etc. - sono argomenti che hanno sempre attecchito su una sostanza ancora incosciente.
Ma la Morte non è che la resistenza dell'Incoscienza, di cui si serve la Verità stessa per crescere gradualmente e integralmente nell'essere umano.

La Compagnia Teatro il Quadro ha messo in scena questa vicenda in uno spettacolo musicale con il contributo di una studiosa di Aurobindo che da anni vive ad Auroville: Paola De Paolis.

Maria Monti sostiene nel dramma il ruolo, ieratico e drammatico, della Morte (Yama nella leggenda originale). Ruolo che culmina nel dialogo in cui Ella rivela "la verità che uccide", cui la protagonista contrappone "la verità che salva".

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